Il nome
Nelle pergamene e nei documenti antichi Leggiuno viene chiamata Lezedunum o anche Legiodunum, nome che gli studiosi odierni fanno risalire all’unione di due voci di origine celtica: leze (presso) e dunum (colle, fortezza), oppure Lugh (nome di una divinità celtica collegata al sole) e dunum. In effetti il centro storico del paese sorge ai piedi di una collina chiamata Mirasole. Suggestiva ma superata l’ipotesi dello storico ottocentesco Vincenzo De Vitt, che riconduceva il toponimo al latino legio una, riferendosi allo passaggio di Cesare e del suo esercito proprio da questi luoghi.
Le origini
Le rive del lago Maggiore ospitarono rari insediamenti umani a partire dal 10.000 a.C.(ritrovamenti nella “Tana del Lupo” presso Angera). Solo due millenni più tardi, con il ritiro definitivo dei ghiacci, l’uomo si insedia più stabilmente sulle rive dei laghi varesini (Maggiore, Varese, Monate, Comabbio) come documentano numerosi resti di strumenti agricoli ritrovati in zona a partire dall’800.
Nel 1864 vennero, ad esempio, rinvenute nella Torbiera di Mombello, sul confine con Leggiuno, resti di palafitte (poste su duplice ordine di pali di pioppo), frammenti di vasi, armi, utensili e residui di pasti (conservati nei Musei Civici di Varese) ascrivibili al Neolitico inferiore e all’Eneolitico.
I ritrovamenti fatti fortuitamente alla fine del secolo XIX sul territorio del nostro comune documentano invece con certezza l’esistenza di un villaggio esistente sul nostro territorio intorno al 1.000 a.C. (tombe di Marzaro, piccola frazione tra Ballarate e Bosco, vasellame in terracotta).
Nel 1969, presso la loc. “le Rupi” ad Arolo, furono portati alla luce alcuni resti riferibili all’età del Bronzo finale ed ai primi periodi della cultura di Golasecca. Tra i resti vi erano un bracciale, uno spillone e un torques di bronzo, una punta di giavellotto e una lancia. I ritrovamenti testimonierebbero che l’area fu interessata dalla presenza di una necropoli databile tra il 2200 ed il 2000 a.C.
Galli e Romani
Nel 1947 in una grotta a sud dell’Eremo di S.Caterina del Sasso e a poche decine di metri sopra il lago fu scoperta un grotta (Bus de Curnaà) che conteneva cocci di epoca gallo-romana e ossi di piccoli animali documentando un possibile insediamento antecedente la conquista romana, nel 500 circa a.C. .
Infatti i Romani conquistarono Mediolanum (la Milano attuale), fondata dai Galli nel VI secolo, solo nel 222 a.C., occupando tutta la Gallia Transpadana; sotto Giulio Cesare la città divenne Municipium e i suoi abitanti cittadini romani.
Insediamenti romani sulle rive del lago Maggiore, decisamente più tardi – intorno al II-III secolo d.C.- sono documentati da numerosi ritrovamenti in tutta la zona: Angera, Besozzo, Brebbia, Leggiuno stessa. In origine dovette trattarsi di avamposti militari a difesa delle vie di comunicazione che dal Canton Ticino, passando per il lago Maggiore e il fiume Ticino, confluivano a Milano. Lo testimoniano i resti di torri romane che costellano il territorio e anche la dedicazione delle chiese più antiche a santi militari, come quella dei santi Primo e Feliciano, a Besozzo S.Alessandro, a Ceresolo S.Defendente.
Nei dintorni di Leggiuno in particolare vennero trovate nel corso del secolo XIX tombe, sepolcri, lapidi, are romane, in cui compare spesso il nome della gens Valeria (ossuario di S.Clemente, lapide di Brebbia) e Viria (lapidi presso la chiesa di san Primo, urna sepolcrale di Cellina, tomba in roccia di Arolo).
Epoca cristiana e Medioevo
Il Cristianesimo si diffuse nella nostra zona tra il IV e il V secolo, grazie alla missione di due fratelli di origine greca, i santi Giulio e Giuliano (chiesa di Brebbia e Gozzano, luoghi di culto sul lago d’Orta, ) e portò all’edificazione di numerosissime chiese ed oratori.. L’organizzazione ecclesiastica si definì però solo in età carolingia, con l’istituzione delle Pievi, che riunivano sotto l’autorità di un arciprete un certo numero di cappelle o chiese rurali. Anzi, il primo documento in cui il termine plebs compare riguarda proprio Leggiuno (Legituno), allora sede della pieve di Santo Stefano (846 d.C.). Leggiuno conserverà questo titolo fino al 1965.
Sul piano politico, Leggiuno, insieme a Brebbia, Angera e la Valtravaglia, entrò nella sfera d’influenza degli arcivescovi milanesi a partire dal X secolo, anche se la giurisdizione apparteneva al Conte del Seprio. Il borgo passò poi sotto la signoria dei Visconti (1300-1400), ma in realtà subì , nei primi anni del ‘400, il potere di Facino Cane, conte di Biandrate, che veniva chiamato “padrone” del Verbano.
Nel 1449 la Repubblica Ambrosiana – che per breve tempo governò il Milanese – cedette alcuni paesi della pieve di Leggiuno al conte Vitaliano Borromeo, mentre Leggiuno, Bosco e Sangiano, insieme a Mombello, passarono agli Sforza. Nel 1491 Gian Galeazzo li donò come feudo al suo prefetto di caccia, Francesco Cremona (famiglia che fu poi soprannominata “Favagrossa”).
La peste del 1554 e del 1630 inflisse una duro colpo al benessere del borgo.
Età moderna
Arriviamo alla metà del ‘600. La Lombardia è sotto il dominio spagnolo ma ancora le terre sono di proprietà dei feudatari: il feudo di Leggiuno, per rinuncia di Ottaviano Favagrossa, viene acquistato nel 1643 da un Besozzi, membro di un’importante famiglia nobile del Verbano, divisa in molti rami. In seguito i Besozzi ottennero il titolo di “Conti di Leggiuno con Bosco, Mombello e S. Giano”, ma la famiglia si estinse nel 1811.
Nel frattempo la Lombardia, passata nel 1714 sotto l’Impero Asburgico, fu invasa dalle armate napoleoniche e divenne parte della Repubblica Cisalpina, poi Repubblica Italiana e infine Regno d’Italia: curiosamente, fu in questi anni che venne progettata una accorpamento di ben sette paesi in un unico comune, Leggiuno, che avrebbe dovuto comprendere Arolo, Bosco, Cellina, Monvalle, Sangiano ma anche Cerro e Mombello. Le vicende della storia non resero attuabile questo accorpamento.
Nel 1815, con la Restaurazione, la Lombardia torna austriaca ed entra a far parte del Regno Lombardo Veneto. Leggiuno viene inserita nella Provincia di Como, Distretto XVI ( poi XIX) di Gavirate, Governo Milanese (1816).
In seguito all’unione della Lombardia al Regno di Sardegna (1859) il comune è incluso nel mandamento VII di Gavirate, Circondario II di Varese, Provincia di Como. Dopo l’unità d’Italia, e precisamente dal 1865, come da provvedimento sull’ordinamento comunale, viene governata da un sindaco, una giunta e un consiglio. Per tutto l’800, fino al 1927, accanto a Leggiuno figurano come comuni autonomi Cellina, Arolo e Bosco. Ecco i nomi dei primi sindaci – in questi primi anni nominati dal Re su indicazione del Prefetto – : ad Arolo( 298 abitanti), Angelo Besozzi ; a Bosco (233 abitanti), Marchetti Carlo; a Cellina (324 abitanti), Ambrogio Reggiori; a Leggiuno (726 abitanti), Angelo Riva.
Nel periodo fascista, e precisamente nel 1927, mentre Varese diventa provincia autonoma staccandosi da Como, Leggiuno viene accorpata con Sangiano, Cellina, Ballarate e Arolo, a formare l’unico comune di Leggiuno –Sangiano. Al sindaco si sostituisce il Podestà.
Infine, nel 1963, Leggiuno torna a dividersi da Sangiano, conservando le frazioni di Arolo, Ballarate, Baraggia, Bosco con Marzaro, Cellina, Cobbione, Mirasole, Reno.
Bibliografia
AA.VV: “L’Eremo di S. Caterina sul lago Maggiore”, Gavirate, 1995
AA.VV. “Caravate, il nostro paese”, 2004, Comune di Caravate
P.Angelo Maria CACCIN O.P., “S. Caterina del sassoballaro”, Nicolini, Gavirate 1992
P. Roberto COMOLLI, “L’Eremo di S. Caterina sul lago Maggiore”, Nicolini, Gavirate 2006
“Chiesa dei Santi Primo e Feliciano”, a cura associazione Lezedunum, Leggiuno, 2002
G. EFFIGIATI “La necropoli di Arolo” articolo su Informatore Comunale di Leggiuno anno II N.1, 2003.
Associazione LEZEDUNUM, Materiale d’archivio
A.MOTTA “L’Eremo di Santa Caterina del Sasso in occasione della prossima apertura”. Comune di Leggiuno, s.d.
A. MOTTA -G. POZZI “Monvalle una storia antica” Comune di Monvalle, 2006
A. MOTTA, “La chiesa di S.Clemente sul monte”, in Terra e Gente 9, 2001-2002
F. PARNISARI – E. Porta “Memoria e fede di una comunità”, Parrocchia S. Andrea Apostolo, 2006
M. PETOLETTI, “Contributo all’epigrafia lombarda del IX secolo: le iscrizioni altomedioevali dei SS. Primo e Feliciano a Leggiuno”, in “Italia medioevale e umanistica, XLII, 2001
G. POZZI, “150 anni fa, i primi sindaci delle nostre valli”, in Terra e Gente 19, 2011, Comunità Montana Valli del Verbano
Appunti di storia locale a cura degli insegnanti della Scuola Elementare L.Riva (Leggiuno), ciclostilato, 1980